martedì 7 marzo 2023

STUDIARE DIREZIONE D’ORCHESTRA.

Come orientarsi per decidere CON CHI andare a studiare? Dipende dalla quantità di narcisismo dalla quale si è animati.

Più se ne ha e meno si pensa che “studiare direzione” sia poi così necessario.
C’è chi arriva a dire che “non si può insegnare” e che “direttori si nasce” (sic!).
Poveretti, fanno dell’illusione egoica una guida di vita. A questi posso soltanto dire: ”Prega il Dio nel quale “tu” credi di non darti mai la consapevolezza perché se mai un giorno tu la dovessi acquisire, il peso psicologico che ne deriverà sarà insopportabile”.
Incomincerai ad accorgerti che nulla di ciò che accade in un’orchestra dipende da te. Scoprirai con profonda amarezza che in realtà non ti guarda nessuno e che per una vita intera sei stato praticamente la parte inutile in un concerto. Tutto accadeva indipendentemente dalla tua presenza.
Scoprirai il disprezzo di chi è stato costretto a subire la tua arroganza.
È dura lo so, ma per questo bisogna pregare, come mi disse un allievo anni fa, perché forse è meglio “rimanere stupidi” perché la consapevolezza costa fatica ed impegno e per qualcuno questi sono troppo onerosi da affrontare.
Come orientarsi allora qualora si decidesse, invece, di “studiare”?
Alcuni suggerimenti.
CORSI.
Ce ne sono quantomeno di …”sospetti”.
Sono quelli che prevedono un concerto finale e la realizzazione di un video del concerto.
Ma che fai… pensi di poter prendere in giro gli altri?
Se fai un corso di qualche giorno, che cosa potrai mai aver imparato di verificabile dal Maestro che tiene il corso, che si possa concretizzare in un concerto e in un video?
Dì piuttosto che cercavi un’orchestra a poco prezzo per fare un video che desse modo a chiunque di capire che… non ti basta non sapere niente tu, no, pretendi pure che se ne accorgano tutti.
Corsi cosí ce ne sono molti ma sono facili da stanare.
Sono specchietti per allodole, cibo per narcisetti.
MAESTRO CHE GESTISCE IL CORSO.
Qui… qui… entriamo in un discorso pericoloso e delicatissimo. Sono anni che girano i miei CRITERI 7 e 8 dei 10 che ho scritto per persone digiune di cose di musica che vogliano orientarsi.
Sono intitolati “L’ALLIEVO” ( n.7 ) e “IL MAESTRO” ( n.8 ).
Concludo. Informati di questa opportunità che ti propongo. C’è tanta roba da mordere per la quale alla fine vedrai che “ti troverai contento”, eh? Che dici, chiedere in fondo non ti costa nulla. Magari spargi pure voce in giro, hai visto mai…

LA MUSICA NEL MIRINO.

Lamentarsi e reagire denunciando la schifezza e il degrado è quello che fanno in molti. Però non leggo quasi mai commenti in cui si prospettino possibili soluzioni, partendo intanto dal prendere coscienza del "PERCHÈ" si sia arrivati a questo stato/Stato di degrado.

Provo.
Da sempre i musicisti si disinteressano quasi completamente della consapevolezza del pubblico il quale è praticamente abbandonato a se stesso.
L'Educazione Musicale nelle scuole siamo costretti tutti a constatare che da quando è stata istituita nel 1962 non è che abbia creato PUBBLICO INTERESSATO AI CONCERTI.
Macché.
Le frasi ricorrenti che hanno dato picconate a tutto il sistema sono quelle che a tutti almeno una volta nella vita è capitato di sentir pronunciare.
- "Per la musica... bisogna essere portati..."
- "Ci vuole talento"
- "Ci sono cose che non si possono spiegare"
- "E poi sai... certe cose... o ce le hai o non ce le hai"
- "Ah vabbé, ma... questo è per gente che ha fatto il Conservatorio"
- "Io non è che me ne intenda ma lei è bravissima"
- "Cosa cerco in un ascolto? Beh, si sa... io cerco "come tutti", che mi dia emozioni".
Ecco, con questo terreno di coltura non è che si possa pretendere di incassare una considerazione diversa. Allora ci sta anche, come attimo che precede il crollo del palazzo, che uno studio di avvocati arrivi a chiedere la chiusura di un Conservatorio perché DISTURBA, perché il rumore dei tamburi e il frastuono di trombe e tromboni, impedisce di lavorare.
Di che che cosa sono indicativi, da dove nascono lo "stupore" e le affermazioni meravigliate di disappunto. Dal fatto che i musicisti si ritengano depositari di qualcosa che DEVE essere preso in considerazione da tutti e che loro, i musicisti, sono pronti ad accusare quasi scocciati che... "ma come, non sai che..., tu giornalista non hai fatto un articolo su tizio che è arrivato primo al concorso..., ma... dove siamo arrivati".
Che cosa fa emergere tutto questo: narcisismo, autoreferenzialità, essere centrati soltanto su stessi, pensarsi come centro del mondo a cui tutti debbono tributare attenzione, rispetto, considerazione, insomma quello che io definisco "considerarsi ESCLUSIVI quando invece ci sarebbe da prendere atto di essere molto più banalmente e prosaicamente... ESCLUSI"
C'è un altro modo, alternativo, ma costa fatica perché bisogna mettere a tacere l'EGO che in alcuni straborda in modo imbarazzante. Per questo ultimamente penso seriamente che i musicisti che si comportino così, siano soltanto dei PARASSITI.
Altro è darsi da fare per dotarsi di criteri utili a far crescere la propria consapevolezza musicale, andando alle basi ontologiche dell'essere musicisti.
Auguro allora a tutti di prepararsi all'apparizione di un Maestro nella loro vita.
Purtroppo se non fai questo... adiòs, emarginazione e disagio sono inevitabili, sì ma nemmeno hai fatto niente per evitarlo, e allora che vai cercando?

I MUSICISTI e I ... PARASSITI.

Segnali sempre più preoccupanti della alienazione totale dell'umano: tutti AUTOMI, azioni senza pensieri e quindi senza legge morale né "dentro" né "fuori", niente.

E i musicisti? Come si collocano di fronte a queste tematiche?
Penso al naufragio dell'altro ieri, ai corpi fatti a pezzi dalle bombe in Ucraina, alle mani tagliate in Africa, al divario sempre più grande fra ricchi e poveri.
La cosa più schifosa è che gli italiani si considerano da sempre "migliori" da un punto di vista umano e invece dobbiamo prendere atto dello stato di degrado morale a cui siamo arrivati.
Stampa guerrafondaia, elezioni disertate con ragionamenti qualunquistici che favoriscono la destra egocentrica ( intendo chi nemmeno considera che "gli altri"... esistono e ce ne sono tanti che stanno molto male), essere arrivati a farsi convincere che "tanto i politici sono tutti uguali".
Ministri che compiono azioni e rilasciano dichiarazioni che gridano vendetta da parte delle vittime: la banalità del male resa pubblica senza alcuna vergogna e senza che nessuno reagisca opponendosi senza sosta.
La coincidenza temporale aberrante di Sanremo che fa gli ascolti più alti di sempre e le elezioni regionali in Lazio e Lombardia, di fatto le regioni più importanti d'Italia, in cui l'astensionismo ha raggiunto il suo massimo storico.
Se poi ci mettiamo il tifo calcistico come test del livello massimo di alienazione mentale ( seguire quello che fanno altri, 22 umani che corrono dietro ad una palla, e arrivare in certi casi addirittura ad uccidersi in difesa della "squadra del cuore" più di quanto si sarebbe disposti a fare in nome della libertà e dei diritti).
In quanto tempo siamo arrivati a questo? Chi sono state le Cassandre, profetesse che dicono il vero ma destinate a non essere credute?
Anche il Papa ormai, voce unica nel panorama degradato e disumano, viene quasi ridicolizzato, messo a tacere, accusato anche lui di "putinismo" quando dice ciò che "zio Sam" non vuole che si dica.
A che serve far musica in questo mondo? Chi è disposto a raccogliere il messaggio universale che contiene?
Pochissimi, anzi, anche questo ambiente, come tutti inevitabilmente, si è inaridito.
Le opinioni hanno scalzato gli argomenti, il senso profondo ha dovuto lasciare il posto alla cosmesi, il feticcio dei "bei suoni" ( e possibilmente suonati a velocità strabilianti) ha immolato sul proprio altare la possibilità che dai suoni, grazie alla coscienza umana, potesse nascere la musica.
Basta. Bisogna decidere da che parte stare: o dalla parte dei "suonatori" o dalla parte dei musicisti. A noi la scelta e ciascuno decida in base alla propria ricchezza interiore... se ne ha ancora un barlume, non sopraffatta dall'opportunismo e dall'ipocrisia del "fare tanto per fare", basta che si faccia senza alcun interesse per il ... come si fa.

GESTO DIRETTORIALE.

Post imbarazzante per chi ha deciso arbitrariamente che la tecnica direttoriale sia "personale". Certo, detto alla cinese, è vero che la tecnica direttoriale serve a far "sonale" l'olchestla, ma solo se preso in questo senso il gesto è ... PEL SONALE.

Il Celibidache dei corsi di Siena era all'inizio del suo percorso di consapevolezza fenomenologica.
Ha tenuto i corsi alla Chigiana dal 1960 al 1962. Il libro di Ansermet "I fondamenti della musica nella coscienza umana" viene pubblicato nel 1961. Non so se Celi lo abbia letto subito.
Dico questo per significare che il suo approfondimento fenomenologico, oltre che affondare nel suo lungo studio con Tiessen a Berlino e con i testi di Gestalt, ha tratto molto da quanto pensato e scritto da Ansermet come ammette Celibidache stesso.
Celi arriva soltanto alla fine degli anni '70 a tenere un corso permanente di fenomenologia a Mainz (Magonza) e questo dopo aver a lungo sperimentato nei suoi "vissuti" i criteri derivanti dalla sua consapevolezza.
LA TECNICA DIRETTORIALE.
Anche la sua gestualità (tecnica direttoriale) nel corso degli anni '60 e '70 è diventata sempre più essenziale. È l'unico direttore d'orchestra, fino ad oggi nato sul pianeta, ad aver raggiunto la oggettività nel gesto e questo grazie al rapporto unitario che si instaura fra "peso del braccio-impulso-proporzione" che rendono il gesto non più come condotta soggettiva di un movimento delle braccia in uno spazio secondo figure simboliche convenzionali. No. Arriva alla oggettività quando sancisce le modalità di "affidamento" del peso del braccio al... cosmo, che ne assume la gestione condivisa con la forza di gravità: un altro mondo.
Nel momento in cui attraverso un impulso, viene "liberato" dal controllo soggettivo, il peso del braccio indica in modo ontologico l'evoluzione della sua traiettoria nello spazio permettendo a chi se ne debba avvalere, l'orchestra, di diventare finalmente un UNO, accomunato da quel gesto reso oggettivo e non soggettivo. Siamo alla meraviglia assoluta.
Questo mondo purtroppo è ai più assolutamente sconosciuto e non aspetta altro che persone, spogliate finalmente dal narcisismo nel quale il loro EGO ipertrofico le tiene segregate e le costringe, ne sperimentino la... VERITÀ e l'efficacia assoluta.
Non è affatto una chimera irraggiungibile, anzi, ma grazie: l'EGO è una brutta bestia, subdola, scaltra costantemente in agguato, a volte basta un complimento innocente che qualcuno ci rivolge e ... zacchete, il narcisismo mette il piede nello spiraglio che si è aperto cercando di farvi breccia.
Qui, fra umani, pianeta Terra, sulla via che tenta di dare un senso al poco tempo che ci è concesso per arrivare a mordere un po' di consapevolezza sul significato profondo, casomai ne avesse uno, della nostra effimera esistenza.
Celi in questo percorso non ostacola, al contrario, favorisce, aiuta.

Ignoranza e criteri

 Ascoltare esecuzioni con l'illusione che esistano "interpretazioni" è la prova evidente della mancanza di criteri. Inevitabilmente chi possiede criteri, capisce, chi no, vaga con aspettative di diversità e novità alla ricerca di non si sa che.

La condizione umanamente più amareggiante è quella di chi ha raggiunto la consapevolezza ed è costretto a subire gli effetti negativi di chi invece ha nozioni fra le quali però non coglie il nesso.
Ieri sera Milena Gabanelli, finalmente, ha avuto il coraggio di affermare pubblicamente che l'IGNORANZA ESISTE e che ai bambini bisognerebbe insegnare a leggere fin dalle elementari.
Ovviamente non si riferiva all'alfabeto, quanto alla comprensione del senso.
Che in Italia non si legga è un dato accertato e le conseguenze dannose sono sotto gli occhi di tutti in qualunque settore di attività. Superficialità e presunzione ormai la fanno da padrone in tutte le relazioni umane.
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"… e la musica non se transmete che per le articulaziooni.
Il fatto che è articulata da un uòmo e si indiriza alla coscienza che può articulare di un altro!!! “[Sergiu Celibidache]
(Tratto da "Idee sulla musica" - RTSI 1974)
Ai più, purtroppo, sfuggono le implicazioni che questa affermazione determina nella pratica musicale.
Per citarne alcune:
- 1) come si decide il tempo di esecuzione di un brano
- 2) che rapporto c'è fra tensione e intensità
- 3) in base a quale criterio vanno differenziate le ripetizioni
- 4) quando finisce un brano di musica
- 5) come liberarsi per vivere il Punto Massimo di un brano...e poi c'è chi ascolta ancora Karajan o Bernstein o Kleiber: è come proporre ad un assetato di verità di dissetarsi in un pantano pur avendo a portata di mano una sorgente di acqua pura

"MUSICA ALLE MEDIE" 6/xx: MUOVERE LE BRACCIA o... "INFIAMMARE CONSAPEVOLEZZA"?

È arrivato. Ecco il post che rappresenta lo spartiacque.

LA FUNZIONE DEL DIRETTORE.
La definizione più entusiasmante sulla attività del direttore d'orchestra che io abbia trovato in 50 anni (ho iniziato a 17 anni e oggi ne ho 67... quindi giusti giusti 50 ) che sono... "inteso alla materia"( il mio essere curioso mi ha portato a conoscere la poetica di moltissimi direttori e molti frequentati e conosciuti anche "dal vivo", personalmente) è quella che ne diede SERGIU CELIBIDACHE ad un intervistatore della radio francese. (La riporto qui allegata a questo mio post).
"Attraverso la mia azione, io infiammo, io rendo incandescente in ciascuno di coloro che lavorano con me, il bisogno di associare; non di associare nella successività, una parte dopo l'altra, se non far sentire e controllare come questa parte nasca dalla precedente, e quando tutti possono fare questo, si cerca di farlo insieme".
Vorrei dire... cercate qualche direttore che abbia questo livello etico di consapevolezza del proprio lavoro e della propria funzione. Quante definizioni vengono date della "funzione" del direttore, quante risposte alla domanda "a che serve". Ecco, diciamo che io ho dedicato la mia vita a cercare di comprendere nel profondo il senso di queste parole e poi ad impegnarmi per arrivare a far sì che una apparente idea come un'altra, ma in realtà un unicum nel panorama di tutti i tempi, si radicasse profondamente in me e io potessi arrivare al punto di poterla esemplificare e far realizzare anche agli altri, a chi fosse disposto a riconoscere in se stesso l'urgenza della stessa necessità etica.
IL GESTO DIRETTORIALE.
Per tanti che si definiscano direttori d'orchestra, altrettante sono le ipotesi sulla funzione del gesto e sulla tecnica direttoriale.
La tecnica che io ho appreso in modo definitivo, è quella di Sergiu Celibidache. Tre elementi sono fondamentali.
- Consapevolezza "vera" e non presunta del PESO DEL BRACCIO
- Padronanza dell'IMPULSO necessario per liberare il peso una volta acquisitane la consapevolezza
- PROPORZIONE, trasmissibile agli altri "oggettivamente", che è la relazione fra la quantità di energia scatenata nell'impulso e la quantità di valori isocroni ( di uguale durata) contenuti nel tragitto che porta il braccio verso l'alto.
Il gesto trasmette articolazioni e questo avviene grazie alla assoluta identità fra la capacità di articolare di un uomo e la capacità di articolare di un altro.
Come faccio a rendere "oggettivo" questo tragitto fra impulso e proporzione? Qui sta la differenza fra Celi e tutti, tutti gli altri.
Lo sai cosa c'è dietro? Un mondo che accomuna tutti gli esseri umani, a patto che si rendano disponibili ad essere generosi gli uni verso gli altri.
Quando hai difronte a te tanti seduti nello stesso posto che cosa li porta a fare quel salto di qualità che li trasforma da "tanti" in un "UNO"? Se il gesto è "personale", cosa che molti ripetono senza cogliere l'arroganza e il narcisismo che questa affermazione porta con sé, l'UNO è assolutamente impossibile da realizzare. L'assieme sarà garantito soltanto per la parte più primitiva, quella ritmica e questo inevitabilmente impedisce alla musica di nascere.
Suoni, uno appresso all'altro e messi in fila soltanto perché chi suona ce li ha scritti davanti e con qualcuno che si fa garante di una pulsazione approssimativa, si arriva ad un "più o meno assieme" che garantisce il "da capo a fondo" del brano.
Io cerco invece di creare un'altra consapevolezza.
Una volta acquisita la padronanza del peso del braccio, ad ogni movimento noi battiamo per "liberare" quel peso. Liberarlo da cosa? Dalla soggettività di colui che lo muove. Ah... e quindi che dovrebbe accadere?
Dopo aver fatto l'impulso il braccio deve essere lasciato libero quindi salirà in base alla quantità di energia che gli è stata impressa, quindi sale in virtù di quella e non perché io continuo a muoverlo.
Beh ma... che differenza fa?
ASSOLUTA.
Sono due mondi paralleli e opposti, uno esclude l'altro.
Se arrivi a scatenare questo processo, nel momento in cui il braccio è finalmente svincolato dalla tua volontà, lo prende in carico... il COSMO, lo hai affidato ad una FORZA UNIVERSALE, quella di GRAVITÀ che essendo comune a tutti gli esseri del pianeta, permette a chi ti sta difronte di poter prevedere esattamente quel che accade e quindi è messo nella condizione di oggettivare anche se stesso accomunandosi lui a te e tu a lui.
Spero di essermi spiegato.
Ecco da cosa nasce, quindi, la mia proposta di corsi di aggiornamento per direttori d'orchestra "delle scuole" e non perché siano diversi dai 12 "per professionisti" che si sono succeduti dal 2008 ad oggi, ma proprio per correggere l'idea che sia diverso il modo di procedere fra "professionisti" e ... didatti. No. La forza di gravità ci accomuna tutti.
Certamente c'è una cosa che si può fare: ignorare tutto questo. Io cerco di fare in modo che questo non avvenga offrendo a chi si renda disponibile, tutta l'esperienza accumulata dopo aver seguito per 10 anni un Maestro animato dalla volontà di dargli il tempo di spiegarmi bene quello che aveva da darmi.
[ Come "bonus" aggiungo anche quest'altra dichiarazione straordinaria di Celi , un invito straordinario a riflettere sul sottile crinale che separa andare per tentativi , a tentoni fondando tutto se sensazioni ed emozioni generiche, momentanee e al contrario muoversi all'interno di una prospettiva che punti alla oggettività. Davvero due mondi che non possono comunicare fra loro]

"MUSICA ALLE MEDIE" 5/xx: I DOCENTI DI MUSICA CHE VOGLIONO DAVVERO IMPARARE A DIRIGERE...

Esiste una tecnica direttoriale nella quale per ogni gesto che viene fatto

viene data la ragione che lo determina, il perché ontologico.
Nulla è frutto di approssimazione e tantomeno di arbitrio, insomma in questa non esistono come invece accade in altre, frasi del tipo "si può fare in tanti modi, ognuno sceglie quello che..." e non viene mai detto in base a quale criterio ( che risponda quindi ad un ... perché) venga scelto l'uno o l'altro.
I principi ontologici che reggono il rapporto fra
- PESO DEL BRACCIO
- FORZA DI GRAVITÀ
- DIREZIONE DEI MOVIMENTI DELLE BRACCIA E LORO SIGNIFICATO ANALOGICO E NON ARBITRARIO
- LEGAME INDISSOLUBILE FRA IDEA MUSICALE E GESTO "FUNZIONALE"
(soltanto per citarne alcuni fra i fondamentali)
subiscono due possibili sorti:
si possono CONOSCERE e STUDIARE per arrivare a possederli o possono essere
IGNORATI.
La scuola di direzione d'Orchestra di Sergiu Celibidache offre risposte a chi sia alla ricerca della verità e non lascia spazio ad alcuna discrezionalità. Per frenare obiezioni idiote va subito chiarito che questo non significa che si diventa tutti "automi" o cloni ( ma come ti viene in mente...). No! Significa che ognuno ha le "sue" braccia ma i principi che ne regolano il funzionamento direttoriale non sono "personali e soggettivi" ma "universali e oggettivi".
LA REALTÀ "QUANTITATIVA" è un contenitore enorme e quindi c'è spazio per tutti. Approssimativi e funzionali, consapevoli e "ignoranti ( nel senso di coloro che ignorano) con-vivono, nel senso che ci si ritrova tutti a condividere l'esistenza sul pianeta Terra perché è l'unico al momento conosciuto sul quale sia possibile la vita.
LA REALTÀ "QUALITATIVA" invece è un contenitore molto piccolo e selettivo che rispetto alla "quantitativa" non consente deroghe o approssimazioni. Per accedervi sono necessari requisiti umani non fraintendibili e assolutamente verificabili in ogni scelta di chi la vive: - anelito alla libertà (prima di tutto libertà dall'ignoranza" ) e
- amore incondizionato per la verità.
L'ostacolo principale per accedere alla "realtà qualitativa" è soltanto uno: l'EGO che nel narcisismo trova la sua materializzazione più gettonata nel mondo attuale.
"L'unica persona che conta sono "IO"; "tu", inteso come altro da me verso il quale io potrei ad esempio provare empatia immedesimandomi, non esisti, non sei nemmeno contemplato come possibile, esisto soltanto io.
Questo fa la differenza fra i direttori APPROSSIMATIVI e i direttori FUNZIONALI.
Se non lavori per sapere quale sia il "perché" VERO che sta dietro ad ogni gesto, ogni volta che ti metti in piedi ( a proposito: come si sta in piedi e... perché in un modo o in un altro?) e ti accingi a dirigere è come se comunicassi ai ragazzi "voi non siete nessuno, per me non esistete, lo dimostra il fatto che io ora farò dei gesti di cui in realtà non conosco la ragione profonda, il perché vero che ne costituisce la ragion d'essere. Sono un "approssimativo" che si illude di essere adeguato, anzi, il problema non esiste perchè io manco me lo pongo. Come mi arrangio io ora arrangiatevi pure voi suonando "qualcosa" in base ai miei gesti approssimativi con un patto che ci rende complici.
Io inizierò inizio a muovere le braccia (lascia stare come... tanto fa tutto lo stesso) più o meno quando voi iniziate a suonare. Non badate ai miei gesti, non vi fate distrarre da quello che faccio; concentratevi piuttosto sulla parte scritta che avete sul leggio. Alla fine non vi preoccupate: quando smetterete di suonare mi fermerò anche io... forse.