domenica 18 settembre 2011

La musica "di dentro"

Ciò che si arriva a comprendere, grazie agli studi fenomenologici e al "lascito" celibidachiano, è che la musica non è un fenomeno esterno all'uomo, ma interno ad esso. Analogamente il gesto direttoriale non è e non deve essere "convenzionale", ma è musica anch'esso, movimento dalla coscienza del direttore verso le coscienze degli esecutori materiali. Si passa oltre la comprensione e la vista del gesto, che non sono così necessari, essendo una comunicazione che fa riferimento all'uomo, al suo modo di essere, cioè non ha bisogno di mediazione, non ha bisogno di spiegazioni, di interpretazioni. Il gesto che fa riferimento alla Musica, suscita e fa scaturire immediatamente una reazione più corretta, subito più vicina a come la pagina che si sta eseguendo "è". Naturalmente, così come per poter sentire la musica nella sua verità occorre quel processo di purificazione della coscienza, anche l'apprendimento del gesto vero deve percorrere la stessa strada. Il direttore, proprio riguardo al gesto, è tra i personaggi della musica più sottoposto alle lusinghe della vanità, del narcisismo, a causa del suo ruolo slegato materialmente dalla necessità di azionare uno strumento meccanico, e in questo senso il percorso degli ultimi decenni è andato sempre più allontanandosi dalla sua vera ragion d'essere. Oggi stuoli di direttore non si sentono e non vogliono in alcun modo sentirsi al servizio dell'orchestra che dirigono, interpretando questo concetto come un'umiliazione (lo stesso Toscanini apostrofò un orchestrale che non aveva attaccato con precisione dicendo che lui, Toscanini, non era lì per contargli le battute). Invece è proprio il contrario, anche se non è l'unica ragione. Dobbiamo anche dire che in moltissimi casi probabilmente questi direttori non hanno neanche una vera capacità di dare attacchi precisi e plurimi all'orchestra, che si aggiusta da sola. Si sente dire sempre più spesso di orchestre ottime che "suonano da sole"; giusto, ma con quale coscienza? Se si ritiene che un'orchestra riesca a suonare un brano musicale anche di una certa difficoltà senza la presenza di un direttore, e riteniamo che il "risultato" sia grossomodo pari a quello ottenuto quando invece un direttore c'è, abbiamo fatto le seguenti scoperte: il direttore non serve, perché non fa musica; l'orchestra "suona", non musica; l'idea di una unificazione, vuoi del brano musicale, vuoi della moltitudine di esecutori come se fosse un unico strumento, è ben lontana; l'ascoltatore non ha la più pallida idea di cosa voglia dire tutto ciò!!!