domenica 29 aprile 2012

... insistendo s'impara!

(post di Raffaele Napoli su fb riportati qui perché non si perdano!) Anche oggi molti "musicisti", studenti o professionisti si metteranno difronte ad una pagina di musica. Che cosa cercheranno di realizzare? Chi pensa che il suono sia la musica cercherà di padroneggiare tecnicamente la pagina. Chi è più evoluto spiritualmente cercherà il senso di quello che suona, purtroppo però, se non conosce gli effetti del suono sulla coscienza umana, prima su quella del compositore, poi sulla propria ed infine su quella dell'ascoltatore, la sua ricerca sarà "alla cieca", sterile e allora sarà costretto ad orientarsi in base a criteri "arbitrari", qui nasce la necessità di INTERPRETARE invece di RICONOSCERE. Vengono allora messi in essere criteri soggettivi ed autoreferenziali che minano alla base la possibilità del COMUNICARE rendendolo IMPOSSIBILE. Come lo dice bene Celibidache: "cosa c'è di interpretabile in un intervallo di quinta? Nulla! Si tratta soltanto di RICONOSCERE gli effetti che ha sulla coscienza umana e una volta che questo è avvenuto, di ...farlo". Ogni linea melodica non è altro che una successione di intervalli ai quali la coscienza umana attribuisce UN VERSO, rendendoli così...UNIVERSALI. Uhm, già in questo pensiero c'è un programma di studio non indifferente. Quanti, come Celibidache dopo che Thiessen gli diede dell'idiota, sono disposti a "ricominciare dalle piccole forme per vivere la fine contenuta nell'inizio e l'inizio contenuto nella fine? Quelli che danno addosso a me invece di applicarsi a queste riflessioni denunciano la loro fottutissima paura di mettere a tacere anche soltanto per un attimo il loro EGO e invece di affrontare la sostanza, guardano la forma. Si-sool / mi-doo / la-faa / re#-sii / mi-mii / sol-sii / re-ree / fa-laa ...così inzia la 4° sinfonia di Brahms. Mettiamola così. In edicola in questi giorni viene riproposta una collana "I grandi discorsi della Storia" che pubblica in DVD i discorsi che si sono radicati nell'immaginario collettivo come spartiacque nella storia dell'umanità : Mandela, Kennedy, Martin Luther King, Gandhi...insomma ci siamo capiti. Una sinfonia che cos'è se non "Un grande discorso della Storia" ? La differenza sta nel fatto che un discorso fatto di parole è quasi sempre dettato dalle contingenze politiche , un discorso fatto di suoni è atemporale parla alla coscienza dell'uomo esprimendo il mondo degli affetti che sono sempre gli stessi ed onnipresenti nella vita dell'uomo fin dalla sua comparsa sulla terra, legati a "passato,presente e futuro - da dove vieni, chi sei e dove vai " le tre domande fondamentali che accompagnano dalla nascita alla morte l'uomo di ogni epoca. Ogni volta che ascolto l'inizio di una sinfonia, come l'esempio qui sopra citato, e sento che il fraseggio ( esplicitazione della tensione - [forza intrinseca al fenomeno] - attraverso l'intensità - [forza estrinseca applicata al fenomeno dall'esecutore] ) è falsato o peggio tradito, è come se il discorso di Martin Luther King un lettore/interprete lo leggesse :"I have a...drum" rendendolo di colpo un percussionista...