martedì 16 luglio 2013

Criteri 6

GLI INGANNI DEL LINGUAGGIO – La definizione di MUSICA nel dialogare con Celibidache è sempre stata un tabù. Ogni volta che in una frase qualcuno degli allievi arrivava alla parola “musica” si apriva ...un contenzioso. Immediata era la reazione di Celi : “Ah...ah...da qui non so più. Cos'è la musica? Essendo un divenire , fissarla in una definizione...”la musica è questo” significherebbe limitarne il portato di libertà che essa contiene. Nel definirla pretenderemmo di circoscriverla , contenerla in una definizione”.
Alla fine della sua vita, però, Celi, un aiutino ce l'ha voluto dare. Alla fine del film “Le Jardin de Celibidache” dice ad un allievo ...”musique c'est toi” [la musica sei tu]. Come sempre accade le parole di Celibidache vanno rimeditate, bisogna farne oggetto di riflessione sondandone tutte le implicazioni. Che cosa ci ha voluto allora suggerire, quale stimolo di pensiero ne possiamo trarre? Io ho connesso la frase all'altro principio che Celi ci ha ripetuto allo sfinimento :”il suono non è musica, ma può diventare musica”. Per molti sembrerebbe una frase ad effetto, altri la criticano, ritenendola una banalità. Io le ho connesse e quel che ne viene fuori è che...”la musica è la umanizzazione del suono”. L'essere umano ha uno strumento di approccio alla realtà: la coscienza.
La fenomenologia musicale che Celibidache ha praticato e concretizzato per quasi tutta la sua vita si pone l'obiettivo di sondare, prima, e rendere espliciti, poi, gli effetti che il suono ha sulla coscienza umana. Se prestiamo attenzione alle straordinarie quanto “generose” riflessioni che il Maestro ci ha lasciato il quadro si chiarisce. Ad esempio nella lezione alla RTSI ad un certo punto dice: “ ...e in questa successione di suoni cos'è che si “muove” , che delinea un percorso...i suoni vero? “ - e tutti i presenti annuiscono - “no, è la coscienza. SORDI SIETE”. Cosa voglio significare dicendo “musica = umanizzazione” del suono?
Il linguaggio ci inganna. Quando diciamo “faccio musica” è come se dessimo per scontato che la musica è qualcosa di esterno a noi e la posizione, la prospettiva nella quale ci porremmo sarebbe: da un lato c'è la musica, dall'altro c'è l'essere umano che la studia, se ne appropria, la...fa. Invece Celi, nel dire “LA MUSICA SEI TU”, stravolge questa prospettiva. Quello che noi descriviamo come “far musica” andrebbe più correttamente definito come:”riconosco, sperimento, prendo coscienza attraverso il materiale suono delle modalità di funzionamento della coscienza che grazie alla interazione con il suono, dagli effetti che questo genera su di me, ho l'opportunità di “vivere”, di rendermene cosciente.
In questo senso, con queste implicazioni di pensiero ho proposto questo gruppo. Questo CRITERI 6 vuole essere un contributo a che si chiarisca meglio e si approfondisca la differenza fra la parola “SUONARE” e la parola “MUSICARE”. Chi ...”suona” riduce l'essere umano ad una apparizione materiale, effimera, caduca. Viceversa chi “musica” si propone come un essere umano che accetta di riconoscere in se stesso l'esistenza anche di una parte spirituale, universale, immortale che con un atto di amore, di incontro con l'altro , rende disponibile a che sia riconosciuta e condivisa.

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