Poteva mancare fra gli argomenti fraintesi dai musicisti? Una
pagina di musica è una specie di oggetto sacrificale, ognuno ne fa un
po' quello che vuole, lei non si oppone, si offre, si concede inerme,
indifesa. Molti pensano che assolvere il proprio compito di interprete
sia fare "tutto quello che c'è scritto" in una partitura. Questo
pensiero ha dato il via alla "filologia" musicale. Musicale? Direi
piuttosto "filologia dei significanti" ( feticismo del segno). Provo a
spiegarmi. Cos'è una pagina di musica? La stenografia di un tragitto
della coscienza umana. Molti invece pensano che sia un insieme di segni
utili a richiamare suoni e che una volta rispettato alla lettera ogni
segno dando vita a suoni, ne scaturirà
automaticamente ...musica. Magari fosse così semplice. Insomma c'è una partitura dei ...significati che non è scritta ma è soltanto essendone consapevoli che la stenografia di una partitura dei significanti potrà lasciar nascere quella dei significati. Questo è il momento magico dell'ANALISI. I più si fermano a quella descrittiva ( strumenti, note, ritmi, armonie, forma) e una volta venuti a capo con le parole di quello che è già scritto coi suoni in realtà non sanno che farsene da un punto di vista esecutivo. Ad esempio sapere che un certo brano inizia in re maggiore e poi modula a...si minore che mi offre in più da un punto di vista esecutivo? Suono più piano? rallento? accelero? guaisecambio? Oppure: in una forma sonata sapere dove inizia lo sviluppo...che faccio, mentre suono guardo il pubblico e grido "attenti ...attentiiii...SVILUPPOOOOO".
E lo stesso farò quando saremo alla ripresa? Insomma quale analisi
serve davvero, cosa debbo cercare di capire da quei segni che mi sia
utile da un punto di vista dell'esecuzione? C'è un altro modo di
analizzare una partitura. E' quello che parte dagli effetti del suono
sulla coscienza umana e di che cosa chieda la coscienza umana ad un
brano perché lei sia messa in grado di potersene appropriare. Si
presterà attenzione, allora, alle ripetizioni per poterle eseguire in
modo orientato, si cercheranno le imitazioni per stabilire ordini di
priorità, ci si avvarrà dell'analisi "formale" per sapere come graduare
la tensione "prima" del punto massimo e dopo il punto massimo. Ah...e ma
allora...eh, sì...Celi, eh, ormai s'è capito da tempo no?
automaticamente ...musica. Magari fosse così semplice. Insomma c'è una partitura dei ...significati che non è scritta ma è soltanto essendone consapevoli che la stenografia di una partitura dei significanti potrà lasciar nascere quella dei significati. Questo è il momento magico dell'ANALISI. I più si fermano a quella descrittiva ( strumenti, note, ritmi, armonie, forma) e una volta venuti a capo con le parole di quello che è già scritto coi suoni in realtà non sanno che farsene da un punto di vista esecutivo. Ad esempio sapere che un certo brano inizia in re maggiore e poi modula a...si minore che mi offre in più da un punto di vista esecutivo? Suono più piano? rallento? accelero? guaisecambio? Oppure: in una forma sonata sapere dove inizia lo sviluppo...che faccio, mentre suono guardo il pubblico e grido "attenti ...attentiiii...SVILUPPOOOOO".