martedì 22 marzo 2011

Si fa musica con organo e clavicembalo?

(intervento del M° Napoli su forum - 2005)
L'unico mezzo che abbiamo a disposizione per esplicitare la tensione interna ad un fenomeno musicale, cioè quella generata dai contrasti fra i componenti, è la dinamica.

Se questo ci risulta chiaro, diventa difficile pensare quanta musica sia possibile eseguire sull'organo e sul clavicembalo.

Nell'organo la cosiddetta espressione si ottiene con la apertura e chiusura di veri e propri sportelli che lasciano venir fuori o attenuano il suono prodotto dall'aria passando attraverso le canne.
Il problema sta tutto qui.
Sulla produzione del suono lo strumentista non ha alcuna possibilità di intervento. L'aria emessa è quella e basta e il tutto avviene indipendentemente dal controllo dell'organista, in modo meccanico c'è una pompa, un tempo ... umana con mantici mossi a mano, oggi elettrica, che immette aria nelle canne senza controllo sulla quantità di emissione (per analogia, uno strumentista a fiato si gioca la dinamica in base alla pressione... di fiato che esercita immettendola nello strumento; questo sull'organo non avviene, la pressione è costante...).
Certamante gli sforzi degli organisti sono tutti tesi ad avvalersi di altri mezzi (la ricchezza e la varietà delle registrazioni, il gioco multiforme delle articolazioni ottenuto differenziando gli staccati e i legati), ma purtroppo la dinamica è praticamente impossibile da controllare.

Per il clavicembalo il discorso è un po' diverso. Ma attiene comunque alla produzione del suono.
Un piccolo dentino pizzica la corda e questo è tutto. Il tragico è che sfiorare o ..."pestare" un tasto per produrre il suono, non ha alcuna, se non minimissima influenza rispetto al suono che viene prodotto dallo strumento.
Probabilmente in piccoli ambienti qualche differenza il clavicembalista esperto riesce a metterla in campo, ma nelle sale da concerto odierne, le poche sfumature concesse sono praticamente impercepibili e allora gli sforzi si vanificano.

Ora la riflessione potrebbe essere che questi strumenti , date le loro caratteristiche costruttive, ci offrono una lettura ... inespressiva di un brano musicale, quasi un piccolo rompicapo rimesso alla capacità dell'ascoltatore di operare lui la strutturazione degli ordini di priorità. Insomma una sfida alle capacità di comprensione dell'ascoltatore.

In pratica in una fuga, ad esempio a quattro voci, visto che è impossibile da parte dell'esecutore avvalersi della dinamica per esplicitare l'ordine di priorità fra le voci e risultando quindi le parti ... complanari ed equivalenti da un punto di vista dinamico, la strutturazione, diciamo così, spetta all'ascoltatore...

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