domenica 23 agosto 2020

MUSICA - CHE FARE - 4

 4 – MUSICA CHE FARE. Ecco il secondo post che descrive la seconda tipologia di ESECUTORE. Figura rarissima da reperire nel panorama affollatissimo dell'offerta di esecutori. Dopo averla descritta, farò qualche esempio concreto di INTERPRETI in realtà accecati da se stessi nell'affrontare una pagina di musica, ed esecutori al servizio dei compositori e delle loro creazioni che definiamo correntemente “composizioni musicali”. Olè, si va!

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ESECUTORE. TIPOLOGIA DUE: RICONOSCITORE. Come ho scritto nella premessa questa figura nel panorama musicale è rarissima. Nell'accingersi a suonare pensa:”Riuscirò a far vivere anche a te la straordinaria ricchezza del messaggio che questo essere umano ha messo a nostra disposizione? Io ce la metterò tutta nel senso che metterò da parte il mio EGO al sevizio della VERITÀ che contiene questo brano. Cercherò con tutte le mie capacità di far vivere anche a te quel nesso indissolubile che lega la fine del brano con l'inizio. Cercherò di farti vivere ogni momento come “contestuale”, con questo intendo che ogni battuta ha senso in quanto conseguenza di quella che precede e premessa per quella che segue. Tu potresti chiederti “perché” io mi proponga questo. Me lo propongo perché questo è il regalo più grande che gli esseri umani possono farsi fra loro: dimostrare attraverso una creazione spirituale che tu sei un essere umano nella migliore, unica, straordinaria ed inimitabile manifestazione di sè. Ho scoperto che ogni compositore è come se ci dicesse: “Io, per primo, ho vissuto che queste note che io ho scritto, e ho molto faticato per trovare quelle giuste per realizzare questo scopo, proprio queste e non altre possono dar luogo ad un organismo unitario. Se le eseguirai scegliendo un tempo di esecuzione che tenga conto della complessità e della ricchezza di cui sono veicolatrici, se sceglierai le dinamiche mettendole in relazione con la tensione che le fa esistere per esplicitarla, e non come effetti puntuali, a se stanti, allora anche tu, come ci sono riuscito io, riuscirai a dimostrare ancora una volta a te stesso che sei un essere umano e non un'entità effimera e caduca”. Ancora una volta spero di essere riuscito a spiegare ciò che intendo. Per l'esecutore non si tratta quindi di “interpretare” quanto piuttosto di RICONOSCERE e una volta riconosciuto come è, realizzarlo.
Ecco. Questo è un altro tassello che vorrei si aggiungesse a quegli stimoli di pensiero che concorrono ad una EMC. Ho sperimentato con esseri umani di ogni età che suggerendo un diverso modo di disporsi all'ascolto di un brano di musica, la consapevolezza subisce una accelerazione esponenziale e la soddisfazione che ne ricavano suscita in loro una gioia incontenibile rendendoli partecipi, ogni volta che ascoltano una esecuzione musicale, di un percorso interiore straordinario e, cosa ancor più stupefacente, avendo acquisito una consapevolezza... irreversibile, non riescono più ad ascoltare “come facevano prima” e, cosa ancora più avvincente, diventano “ingordi”, ne vogliono ancora e ancora e ancora, e fanno domande su domande e più gli dai risposte e più aumentano le domande insomma: vivono l'appagamento tangibile dell'anelito alla LIBERTÀ e alla VERITÀ che è ontologicamente connaturato ad ogni essere umano.

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Nei prossimi due post parlerò delle tipologie di ascoltatori e dirò qualcosa anche su quello che io definisco il “Patto Scellerato”, quello che ipocritamente si instaura fra esecutori senza consapevolezza ed ascoltatori senza educazione. Buona lettura. Continua...

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