lunedì 17 agosto 2020

Il gesto di Celi

  Eccomi. La gestualità di Celibidache non può essere giudicata senza qualche riflessione, qualche criterio, qualche chiave di lettura che permetta di coglierne l'essenza profondissima. E' una buona opportunità per aiutare chi sia interessato a queste cose ad andare oltre un primo e per molti unico contatto con l'essenza della direzione d'orchestra di cui Celibidache è un rappresentante più unico che raro, quindi non afferrabile con i criteri correnti relativi a questa attività umana. La domanda che spesso mi sento rivolgere è proprio questa:"Scusi sa ma io non me ne intendo per cui le chiedo così, forse la riterrà una domanda stupida ma: a che serve il direttore d'orchestra e che significano i gesti che fa?". Ecco qua, la tragedia è compiuta. in oltre 150 anni di vita della direzione d'orchestra i direttori non sono ancora riusciti a far capire... a che servono realmente. Non voglio certo fare un escursus storico, anzi vorrei essere molto sintetico. Per molti la direzione d'orchestra è una specie di pantomima, quasi una danza che cercherebbe di concretizzare visivamente il susseguirsi di momenti sonori che, differenti per rapidità o lentezza di andamento ritmico e differenti anche per volume sonoro, dal pianissimo al fortissimo, verrebbero rappresentati con gesti adeguati dal direttore, con un intento meramente "descrittivo". Questa è la deriva a cui siamo arrivati oggi per mancanza di CONOSCENZA, sia da parte degli aspiranti direttori che, ancor più, da parte del pubblico che è abbandonato a se stesso e nessuno si cura di fornirgli CRITERI anche minimi per potersi orientare. Il primo elemento da considerare è: cosa è importante in una pagina di musica, quale è la finalità ultima di un brano di musica? Se si omette questo impera l'aria fritta e come dicevano i Maya, "ciò che si vede non è importante e ciò che è importante... non si vede". Anche questo discorso necessiterebbe di un percorso molto lungo per essere portato a conclusione. Celibidache definiva il suo come "gesto funzionale" al servizio della idea musicale. Quello che il gesto deve sollecitare è, da parte di ogni singolo esecutore dell'orchestra, la sua contestualizzazione rispetto all'obiettivo da raggiungere. Ogni fase, ogni momento di un brano di musica ha uno stretto legame, un legame costante con l'inizio e la fine, ogni nota è la conseguenza di quella che precede e la premessa per quella che segue, essendo questa l'unica ragione per la quale ogni attimo esiste e quindi non scisso dal contesto, inserito come "bell' effetto" puntuale. Cosa accade in un brano di musica? Un brano di musica è un tragitto evolutivo di tensione: nasce, attraverso una serie di contrasti cresce fino ad un punto chiamato Punto culminante che è quel punto oltre il quale la tensione, non potendo andare oltre perché le potenzialità contenute nella cellula germinativa si sono esaurite, si ripiega su se stessa e il brano avanza verso la fine. Dice Celibidache: "Se l'orchestra dovendo incrementare invece trattiene, io esagero il gesto in modo che lei raggiunga il giusto grado di tensione, viceversa se esagera, io faccio gesti contenuti che le impediscono di andare fuori dal tracciato evolutivo della tensione. Ora capisci bene che questo è un altro mondo e non posso dartene compiuta ed esauriente spiegazione in una risposta su FB, ma qualcosina, una finestrella ora si è aperta e come sia stato necessario scrivere questo rispetto alla tua sacrosanta curiosità e voglia di sapere se "avevi visto bene" o ti stessi sbagliando nell'esprimere il tuo giudizio. In una notte buia ho cercato di scatenare un lampo che ti permettesse dall'alto della collina su cui eri arrivato di vedere per un attimo la complessità e la ricchezza del paesaggio da cui eri circondato. Con affetto... ;-)

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