ORIENTARE LE RIPETIZIONI
In un brano di musica un espediente usato dal compositore per costruire
il suo percorso di coscienza è quello di avvalersi di ripetizioni.
Ripetizioni, sì, ma...da che punto di vista?
Per "ripetizione"
comunemente si intende ripetere lo stesso materiale : note, gruppi di
note, frammenti melodici, sequenze di accordi ma da un punto di vista
strettamente fisico, appunto, materiale.
In musica però , oltre al suono che è soltanto l'aspetto fisico,
materiale, entra in azione un altro elemento: la coscienza umana. A
questo livello la ..."ripetizione" non esiste.
Ogni elemento è
unico e questo è determinato dalla successione degli eventi. Anche tre
note della stessa altezza ripetute, lo sono, ripetute, soltanto da un
punto di vista fisico. Dal punto di vista della coscienza, invece, danno
vita ad un processo "tensivo".
Prima della prima nota non
c'era nulla, prima della seconda c'è la prima e prima della terza ci
sono la prima e la seconda. Che cosa determina questo fatto? Che ogni
evento lascia una traccia nella nostra coscienza e questa diventa un
riferimento per gli eventi successivi. Ogni battuta all'interno di un
processo musicale ha una funzione "unica": è allo stesso momento
CONSEGUENZA di tutto ciò che l'ha preceduta e PREMESSA per tutto ciò che
seguirà. A questa funzione non si sottrae quindi nemmeno una
ripetizione.
Concretamente questo che cosa richiede? Un
chiarimento da parte dell'esecutore: la "ripetizione" sta contribuendo
ad "accrescere" la tensione, sta portando "a più" e quindi va suonata un
po' più forte, o viceversa sta attenuando la tensione e quindi "porta a
meno" e suonata più piano?
Il primo compito del nostro
sedicente interprete ma in realtà ....riconoscitore, sarebbe quello
appunto di "riconoscere" le ripetizioni e regolarsi di conseguenza
chiarendone l'orientamento ( a più o a meno) attraverso un uso
appropriato della dinamica ( forte, piano, crescendo, diminuendo).
Infatti non basta riconoscere quali siano gli elementi che si ripetono e
differenziarli senza criterio tanto per differenziare. Occorre invece
comprendere prima il percorso tensivo del brano, soltanto allora si sarà
in grado di orientarne in modo appropriato le ripetizioni.
Se
un musicista, nel nostro caso un direttore, non ci rende conto di questi
parametri, di fatto ci sta ingannando. Sta spacciando per lavoro "al
servizio della musica" il suo narcisismo, la sua soggettività
esasperata, in pratica sacrifica un autore e le sue creazioni universali
per immolarle sull'altare della sua...ignoranza che gli impedisce di
cogliere cosa ci sia di oggettivo in un brano di musica andando alla
ricerca di "come lo sente lui" in virtù di non si sa quale diritto ad
uccidere lo spirito esaltando sempre e soltanto la caducità della
materia.
Chi non orienta le ripetizioni non è un musicista , è
un suonatore che vuole trascinare anche noi nel buio della coscienza nel
quale si trova proponendoci una serie infinita di SIGNIFICANTI senza
mai darci modo di cogliere SIGNIFICATI.
Chi "SUONA" rovina anche te, evita di ascoltarlo e cerca qualcuno che...MUSICHI!!
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