martedì 7 marzo 2023

LA MUSICA NEL MIRINO.

Lamentarsi e reagire denunciando la schifezza e il degrado è quello che fanno in molti. Però non leggo quasi mai commenti in cui si prospettino possibili soluzioni, partendo intanto dal prendere coscienza del "PERCHÈ" si sia arrivati a questo stato/Stato di degrado.

Provo.
Da sempre i musicisti si disinteressano quasi completamente della consapevolezza del pubblico il quale è praticamente abbandonato a se stesso.
L'Educazione Musicale nelle scuole siamo costretti tutti a constatare che da quando è stata istituita nel 1962 non è che abbia creato PUBBLICO INTERESSATO AI CONCERTI.
Macché.
Le frasi ricorrenti che hanno dato picconate a tutto il sistema sono quelle che a tutti almeno una volta nella vita è capitato di sentir pronunciare.
- "Per la musica... bisogna essere portati..."
- "Ci vuole talento"
- "Ci sono cose che non si possono spiegare"
- "E poi sai... certe cose... o ce le hai o non ce le hai"
- "Ah vabbé, ma... questo è per gente che ha fatto il Conservatorio"
- "Io non è che me ne intenda ma lei è bravissima"
- "Cosa cerco in un ascolto? Beh, si sa... io cerco "come tutti", che mi dia emozioni".
Ecco, con questo terreno di coltura non è che si possa pretendere di incassare una considerazione diversa. Allora ci sta anche, come attimo che precede il crollo del palazzo, che uno studio di avvocati arrivi a chiedere la chiusura di un Conservatorio perché DISTURBA, perché il rumore dei tamburi e il frastuono di trombe e tromboni, impedisce di lavorare.
Di che che cosa sono indicativi, da dove nascono lo "stupore" e le affermazioni meravigliate di disappunto. Dal fatto che i musicisti si ritengano depositari di qualcosa che DEVE essere preso in considerazione da tutti e che loro, i musicisti, sono pronti ad accusare quasi scocciati che... "ma come, non sai che..., tu giornalista non hai fatto un articolo su tizio che è arrivato primo al concorso..., ma... dove siamo arrivati".
Che cosa fa emergere tutto questo: narcisismo, autoreferenzialità, essere centrati soltanto su stessi, pensarsi come centro del mondo a cui tutti debbono tributare attenzione, rispetto, considerazione, insomma quello che io definisco "considerarsi ESCLUSIVI quando invece ci sarebbe da prendere atto di essere molto più banalmente e prosaicamente... ESCLUSI"
C'è un altro modo, alternativo, ma costa fatica perché bisogna mettere a tacere l'EGO che in alcuni straborda in modo imbarazzante. Per questo ultimamente penso seriamente che i musicisti che si comportino così, siano soltanto dei PARASSITI.
Altro è darsi da fare per dotarsi di criteri utili a far crescere la propria consapevolezza musicale, andando alle basi ontologiche dell'essere musicisti.
Auguro allora a tutti di prepararsi all'apparizione di un Maestro nella loro vita.
Purtroppo se non fai questo... adiòs, emarginazione e disagio sono inevitabili, sì ma nemmeno hai fatto niente per evitarlo, e allora che vai cercando?

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