lunedì 29 marzo 2010

Da chi e per chi?

Sospendendo per un momento il discorso sulla tecnica direttoriale, e avvicinandoci al, molto più vasto e complesso, mondo della fenomenologia della musica, poniamoci una prima domanda, che non sarà: cos'è la musica, concetto sicuramente molto arduo e che richiederà qualche riflessione a monte, ma molto più semplicemente: da chi è stata scritta, e per chi, la musica? Questa domanda si pone per un motivo. Quando si ascoltano brani musicali, spesso l'appassionato ricorre al musicista per "capire". Dunque, la musica è stata scritta da musicisti per musicisti, e dunque sono solo loro ad avere accesso a questo mondo, gli unici depositari della verità musica, o viene scritta da uomini per gli uomini, ovvero per tutti gli esseri umani? Credo che su questo molti lettori già vacillino. Infatti sono molti, penso i più, a pensare che comunque per capire occorrano informazioni musicali non alla portata di tutti. Questo crea anche una sorta di prestigio di casta, per cui solo gli "addetti ai lavori" possono capire e spiegare le segrete alchimie che si celano nelle fitte trame e intrecci musicali. Certo è vero che solo un musicista con un certo bagaglio di studi è in grado di prendere una partitura e capire che il musicista nell'arco di tot battute è passato da quella tonalità a quell'altra, e grazie a quali modulazioni. Ma questa informazione tecnica è comunque inutile all'ascoltatore privo di studi, che però con un po' di esperienza sarà in grado di capire quando il paesaggio sonoro cambia. Dunque bandiamo un primo importante, radicato e pericoloso stereotipo: la musica è stata scritta da uomini per altri uomini. E' stata scritta affinché tutti la possano capire, e tutti la possono capire. Coloro che spesso non la capiscono e infarciscono le loro chiacchiere di inutili preziosismi tecnici sono proprio pseudo musicisti, che dopo averci stupito con disquisizioni su come il compositore x ha saputo in quel determinato punto fare un pedale di dominante (mettiamo il caso), non ci sa dire manco due sillabe su come quello stesso compositore, in quello stesso brano, ha saputo collegare l'inizio con la fine, ovvero tenere desta l'attenzione dell'ascoltatore, o sul perché quella sinfonia è sopravvissuta mentre le altre 124 sono cadute irrimediabilmente nell'oblio! Non si confonda la "morfologia" della musica con la sua essenza, e non confondiamo i suonatori con i musicisti. Il musicista è colui che sa guidare qualunque ascoltatore, anche il più sprovveduto, a seguire con interesse un brano musicale, a rivelare quei "semi" che posti nella sua coscienza potranno germogliare e dar vita a una rigogliosa pianta, che per il momento non riveliamo ancora cosa rappresenta.

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