giovedì 11 marzo 2010

Le figure base

Prima di addentrarci nel complesso problema enunciato al termine del precedente post, facciamo una rapida sintesi delle figure fondamentali che il direttore deve conoscere per poter correttamente battere i tempi base. Le figure fondamentali sono "alla breve", il "triangolo" e la "croce". Con queste figure si possono battere praticamente tutti i tempi semplici e composti. Il tempo alla breve è apparentemente il più semplice, e si compone di due impulsi, il battere e il levare che si eseguono sulla verticale del punto di partenza. Nessuna deformazione verso l'interno o verso l'interno è giustificabile; è come se le braccia scorressero ai lati di un muro che le separa (ci eravamo dimenticati di dire che per l'apprendimento della tecnica direttoriale è bene che per molto tempo le braccia si muovano simmetricamente). Per spiegare compiutamente questo gesto, dovremmo parlare anche dell' "assorbimento" del battere, ma per non mettere troppa carne al fuoco, rimandiamo oltre questo argomento (come del resto quello dell'impulso). Il triangolo, che ovviamente è la figura base per i tempi ternari, si compone di un battere, di un movimento in fuori (verso destra con la destra) che porta al 2 quindi di un movimento che torna verso sinistra sulla verticale del battere per ricadere, per l'appunto, sull' "uno" successivo. Quindi si comprende come i gesti disegnino un triangolo, che da il nome alla figura. Abbiamo quindi la croce, tipica del 4/4, dove abbiamo un secondo movimento verso l'interno (a sinistra per il braccio destro), un movimento verso l'esterno per il "tre", e, come sempre, il ritorno sulla verticale per il 4 che potrà così ricadere per la forza di gravità sul battere successivo.
Descritte molto sinteticamente e forse un po' rozzamente le figure, la domanda che qualcuno può giustamente porre è: si, ma chi lo ho stabilisce che le figure sono queste? Non sono ne più ne meno che una convenzione? Andiamo a chiarire. Sul battere riteniamo ci sia poco da discutere; esso non può che trovarsi sul punto di partenza e non può che essere la ricaduta del braccio dopo una qualsivoglia figura. Dopo il battere, che segna l'impatto, abbiamo la risoluzione. Nel caso della breve, sarebbe assurdo qualunque movimento interno (cioè verso il corpo) o esterno; non dobbiamo far altro che portarci (così come in tutte le figure) sulla verticale del punto base, da dove inizierà la ricaduta, la risoluzione per l'appunto. Nel caso della croce, la necessità di portare il "due" verso l'esterno, è giustificato dal fatto che se portassimo il braccio verso l'interno, avremmo poi bisogno di troppa energia per portarci sul 3 (essendo un movimento verso il corpo, esso è introverso, dunque per "uscire" richiede parecchia energia); dall'uno noi abbiamo abbastanza energia per uscire verso il 2 e da questo non è necessaria molta energia per portarci sul 3, dove inizierà la ricaduta (quindi 2 movimenti di risoluzione a decrescere). Nella croce, il 2 è introverso, verso il corpo; differentemente dal triangolo, qui non è necessaria molta energia per uscire sul tre. Il tre, che come è noto è leggermente più accentato, rispetto al due, giustamente segna un punto di maggiore energia per portarci sul 4. Del resto una risoluzione, dopo l'impatto, a decrescere sarebbe poco logico. In un certo senso il 4 potremmo quasi definirlo un doppio due, con un secondo battere meno intenso.

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