martedì 16 marzo 2010

La proporzione

L'impulso proporzionato è stata la più rivoluzionaria scoperta di Celibidache, e possiamo dire che tutto il fondamento della direzione d'orchestra si basa su di esso, senza nulla togliere a quanto abbiamo già descritto. Abbiamo già parlato di un impulso che imprime al braccio quell'energia necessaria a vincere la forza di gravità, legata alla dinamica. Ma nel percorso che il braccio disegna, c'è una cosa più sottile e importante della dinamica, che è la figura che si va a battere (e di cui, quindi, si da il levare). Se ad es. un brano inizia con una figurazione di terzine, il braccio dovrà proporzionare una figura 1:2, cioè un battere e due levare; se il brano inizia con semiminime o crome (in un tempo in quarti), avrò una proporzione 1:1; se abbiamo delle quartine ci sarà una propozione 1:3 e così via. Questa proporzione deve essere contenuta nell'impulso, che ovviamente darà una maggiore energia quando il secondo membro è più elevato, e questo comporterà un maggiore sollevamento del braccio. Il braccio, se l'esecuzione è corretta, riuscirà a comunicare con incredibile efficacia e precisione a chi suona, il tipo di figura che si sta preparando, e senza che l'orchestra ne abbia la minima indicazione verbale dal direttore. La proporzione può essere cambiata anche all'interno di una battuta, perché è sempre l'anticipo di una nuova figura. Ad es. nell'adagio del concerto in do k 467 di Mozart, noi abbiamo, per l'appunto, un inizio di ribattuti terzinati, per cui la proporzione dovrà essere 1:2; sul quarto movimento, che è il levare del battere della seconda battuta, dove inizia il tema che non è in terzine ma si basa su una quartina, dovrò proporzionare 1:3.
Ancor più pesanti risultano alcuni cambi di tempo e ritmo di molti brani sinfonici, che spesso mettono in grave ambascia i direttori, che spesso si inventano delle figurazioni facilitanti, ma gravemente lesive del tessuto musicale previsto dall'autore (come il terzo movimento del concerto per pianoforte di Schumann), o addirittura dei movimenti a vuoto per segnare il nuovo tempo, che se risultano dilettanteschi e antimusicali prima dell'inizio di un brano, sono addirittura scandalosi quando realizzati all'interno (ne esiste un esempio nel video di una prova di Carlo Maria Giulini della nona sinfonia di Bruckner).

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