venerdì 12 marzo 2010

L'impulso - il levare metrico

Ciò che può vincere la forza di gravità e sollevare le braccia è un impulso che parte dal polso. Ovviamente l'impulso non può essere casuale, così come casuale non può essere il sollevamento del braccio. Da cosa dipende? Dipende in primo luogo dalla dinamica dell'inizio. Se il brano inizia nell'ambito delle dinamiche forti, occorrerà un impulso intenso, che solleverà proporzionalmente le braccia; se il brano inizia piano, l'impulso sarà debole, e di conseguenza il braccio si alzerà poco. Abbiamo già spiegato, infatti, che la dinamica è legata all'ampiezza del gesto. Dunque le braccia non devono essere sollevate con i muscoli degli arti stessi, ma con la forza dell'impulso, che come una molla fa "rimbalzare" le braccia verso l'alto, dopodiché esse ricadranno per forza di gravità (e questo lasciar ricadere le braccia è una cosa tutt'altro che semplice). Abbiamo, con questo, compiuto il primo movimento. Cosa succede in seguito è legato al ritmo e alla maturazione stessa del direttore. Infatti si apprenderà che non è necessario sempre battere tutti i movimenti. Per il momento però atteniamoci ai fondamenti e dunque battiamo tutto, anche se vedremo che esistono momenti in cui l'impulso dovrà essere più evidente e forte. Possiamo dire, per il momento, che gli impulsi sui vari movimenti saranno proporzionati all'intensità dei medesimi. Dunque, ad es., nella croce avremo un battere più deciso, un secondo movimento debole, e un impulso più sentito nel terzo tempo per portare il braccio sulla verticale del battere. A questo punto nascono tutte le particolarità e le eccezioni che dovremo esaminare, dagli inizi in pianissimo, quando l'impulso può essere così leggero da rischiare di non essere chiaramente percepito, agli inizi in levare, ecc. Cominciamo col dire che quando un direttore sa gestire una corretta gestualità basata sugli impulsi, si renderà conto che il gesto "suona", dunque l'impulso susciterà nell'orchestra un suono adeguato all'impulso stesso. Esistono anche gesti "muti"? Sì. Se l'orchestra ha ben capito come il direttore si rapporta alla produzione dei suoni, un gesto privo di impulso non farà scaturire alcun suono. Diciamo, ancor meglio, che l'assenza di impulso non autorizzerà alcuno strumentista a suonare. Dunque non c'è attacco. Ma anche questa gestualità, se saputa coscientemente gestire, può tornare utile. E' ciò che Celibidache definiva: "levare metrico". Non c'è mai un battere, ma solo tanti levare che possono dare il senso del tempo prima dell'inizio. Può servire al direttore alle prime armi a riflettere sul tempo da assegnare al brano, ma soprattutto può servire all'orchestra per avere chiara l'idea del tempo in un brano che inizi in pianissimo quando l'impulso sarà molto "piccolo". Il levare metrico genera nell'orchestra una sorta di "apnea" in attesa dell'impulso iniziale di grande efficacia per la concentrazione. Ovviamente non è da confondere il levare metrico con le battute "fuori" prima dell'inizio. Un conto è battere, che come abbiamo detto, generano, o dovrebbero generare musica, un altro conto è un movimento privo di impulsi, di forza, che quindi niente genera. Comunque anche questo, che potremmo definire un sussidio, è un aiuto per i giovani direttori, che molto raramente sarà da utilizzare nel corso della carriera professionale. Vedremo prossimamente gli argomenti che abbiamo lasciato in sospeso.

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