martedì 9 marzo 2010

Il direttore "trino"

La seconda questione riguarda la "tridimensionalità" del direttore, cioè il fatto che mediante le proprie braccia il direttore può gestire uno spazio in verticale, in orizzontale, in profondità e naturalmente in varie combinazioni. Prima di proseguire sarà bene precisare che questa tecnica, come la maggior parte del lavoro di Celibidache non nasce semplicemente da idee più o meno interessanti, ma da un serio lavoro di studio su leggi e comportamenti universali dell'uomo e poi da lui provati, riprovati, "distillati" in centinaia di concerti che potremmo definire "laboratori", e che egli ha lasciato in patrimonio all'umanità. Tanti sono e sono stati i docenti di direzione d'orchestra, ma quanti possono dire di possedere un bagaglio tecnico, filosofico e artistico di questa profondità e completezza? Probabilmente nessuno. Molti sono stati i direttori che hanno saputo fare grande musica, come Victor de Sabata e Wilhelm Furtwaengler, ma in quanti di essi si può parlare di un'autentica coscienza? Grande istinto, umiltà, studio indefesso, talento non comune, hanno creato personalità di spicco, di portata storica, ma di loro non abbiamo insegnamenti, una poetica trasmissibile e di cui i giovani possano avvalersi. Celibidache, per coloro che vogliano affrontare seriamente lo studio della musica e in particolare della direzione d'orchestra, ha lasciato, purtroppo non su carta, ma in decine di interviste, prove e concerti registrati e ai molti allievi, un bagaglio inestimabile di valori e assunti artistici di cui non ritengo esistano eguali. Il problema, per tutti, è avere una guida che possa aiutare a dipanare una matassa sicuramente molto complessa.
Per tornare al tema, facciamo alcune considerazioni. La verticalità del gesto è quella che ha più forte relazione con la gravità. Il braccio per alzarsi deve vincere la gravità e abbassandosi segue la legge. Vincere la forza di gravità richiede energia, tensione, mentre assecondarla è una risoluzione, non richiede alcun lavoro. Questo è un fatto che vedremo già nella suddivisione interna delle battute, ma che più in generale richiama la dinamica. Un gesto molto ampio verticalmente, quindi di maggior lavoro, farà scaturire naturalmente una maggior dinamica. Nella orizzontalità e profondità, le braccia si avvicinano e allontanano. Questo ha un rapporto con il mondo affettivo, chiusura e apertura, introversione ed estroversione; aspetti fondamentali nel percorso musicale da dipanare. L'altezza delle braccia, poi, ha anche una relazione con le ottave: braccia basse indurranno maggiore forza negli strumenti più gravi, braccia alte lo stesso negli strumenti più acuti. Ecco perché il direttore è bene che possa avere sempre a disposizione un podio di circa 10/15 cm. Stare allo stesso livello, o addirittura più in basso, degli orchestrali lo indurrà a tenere le braccia più in alto e un podio troppo alto lo indurrà a tenerle basse, con la difficoltà, quindi, di gestire correttamente le ottave, la difficoltà, cioè, di chiedere più suono agli strumenti gravi o acuti quando necessita.

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